Ultima modifica: 20 Dicembre 2022
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Scuola della Responsabilità – SSIG

MODELLO SENZA ZAINO: SCUOLA della RESPONSABILITÀ Secondaria di Primo grado

Partendo dall’esperienza del modello “Senza zaino”, elaborato dal pedagogista Marco Orsi oltre vent’anni fa nella scuola di Lucca e abbracciato da una dozzina di classi del plesso di scuola primaria “G. Vidari”, alla Scuola secondaria di 1° grado “D. Bramante” sarà avviata, dal prossimo anno scolastico, una classe che sperimenterà la “Scuola della responsabilità”.  Un nutrito gruppo di docenti della secondaria sta concludendo il  percorso di preparazione con i formatori nazionali della rete “Senza zaino”: in particolare la decisione di sperimentare anche alla secondaria è stata presa dopo la visita di studio  alla Scuola secondaria di 1° grado di Invorio dell’I.C. del Vergante, istituto polo per la secondaria della rete “Senza zaino”.

L’obbligo all’istruzione non può essere una condizione sufficiente perché gli alunni si sentano motivati ad imparare e i docenti devono stimolare una partecipazione condivisa, affinché i ragazzi quotidianamente sentano il bisogno di accedere al sapere, accompagnati nel loro percorso da coetanei  e adulti. Il modello della Scuola della responsabilità pone l’attenzione proprio sulla condivisione, per creare comunità:  programmazione condivisa da parte del team degli insegnanti, condivisione delle famiglie nella vita scolastica dei propri figli, condivisione di regole, incarichi e mansioni da parte dei ragazzi, cosicché dalle regole si passi alle procedure: procedure organizzative, didattiche e metodologiche. La riorganizzazione dell’aula con spazi per il consiglio di cooperazione, banchi organizzati ad isole per favorire l’apprendimento cooperativo, planning settimanali e timetable per dare indicazioni chiare su argomenti, modalità di lavoro e tempistica, utilizzo di tablet , monitor touch e piattaforme online per condividere e personalizzare il lavoro ma anche cartellonistica, libri, quaderni, colori e squadre per coltivare la manualità, sono strumenti che devono servire a cooperare all’interno del gruppo, per riconoscere le situazioni problematiche e avviare adeguate strategie  di soluzione attraverso il Consiglio di cooperazione: si tratta di uno spazio di gestione dell’aula creato ad hoc in cui ogni alunno ha il suo ruolo, in cui l’individuo e il gruppo hanno la stessa importanza e in cui le dimensioni affettive e cognitive sono trattate con equilibrio per creare diritti collettivi ed individuali con la consapevolezza delle responsabilità che implicano.

L’organizzazione degli ambienti, degli strumenti, della progettazione didattica per macroaree e del lavoro d’aula diventano l’espressione di valori condivisi che contribuiscono a sviluppare il senso di appartenza alla scuola: per far rispettare delle regole, queste non devono essere imposte, ma devono creare un sistema ordinato di operazioni condivise (Istruzioni per l’uso) che pongano l’accento sul processo causa-effetto, cosicché i ragazzi riescano a “visualizzare” quali siano le azioni più adatte per raggiungere uno scopo. Dunque i ragazzi svilupperanno la consapevolezza che per  progettare insieme un’attività didattica bisogna procedere per step: riflettere sulle azioni che permettano di risolvere un problema, redigere i comportamenti da tenere, realizzare che,tutto ciò che è stato deciso ,va verificato e che, se non dovesse funzionare, deve essere fatta una revisione. Il continuo alternarsi tra progettazione (pensare) e azione (fare) per ritornare di nuovo sulla riflessione (revisione) equivale ad una continua metacognizione sul processo, che porta alunno e docente alla consapevolezza delle fasi per il raggiungimento del’obiettivo.

Tutto ciò comporta necessariamente una riduzione dei tempi di lezione in modalità frontale per puntare sull’interdisciplinarità, sull’osservazione degli alunni mentre lavorano, dando così peso anche al processo di lavoro e non solo al prodotto. Il tutto finalizzato a sviluppare un’organizzazione dell’attività didattica costruita in modo tale che i ragazzi possano lavorare in autonomia con la supervisione del docente e con la collaborazione, organizzata in precise modalità condivise di lavoro, dei compagni. 

Oggetto della valutazione dei docenti non sarà solo il prodotto finale del compito di realtà ma sarà considerato anche il processo di lavoro, che verrà monitorato costantemente attraverso schede di osservazione che prendano in considerazione soprattutto le competenze trasversali.

Tutto ciò con l’intenzione di creare una scuola che sia degli alunni e per gli alunni.